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Il mio Lockdown |
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Oggi finalmente d'accordo col mio amico di palestra Elvio Buccella, sono andato a fare una prima partitina a tennis. All'inizio abbiamo palleggiato tantissimo per ritornare ad avere una certa elasticità nei movimenti e a sforzarmi di trovare la distanza dalla palla che arrivava sempre e inesorabile nel mio campo. Quando si smette di giocare per parecchio tempo è dura a ricominciare, ci vuole il suo tempo e tanta tanta pazienza. Dopo un'ora di allenamento ero stanco, sudato ma soddisfatto e nell'andare a fare la doccia avevo già fatta la prenotazione per la prossima settimana. Naturalmente l'ora dovrà essere cancellata e si ripeterà dopo il 3 di giugno.
Il mio entusiasmo si è immediatamente interrotto, dopo aver sentito le ultime notizie in TV, il virus trasformatosi nel frattempo in pandemia ha costretto la Provincia a interrompere tutte le attività sportive al chiuso e all'aperto e a permettere alle persone di uscire solamente per fare la spesa nei negozi vicini alla propria abitazione e muniti di mascherina protettiva. In televisione un esercito di immunologi, mai visti e mai sentiti, ingaggiati dalle TV per dare spiegazioni inutili in quanto la stessa TV alla sera dava la conta degli infettati, quella dei ricoverati in terapia intensiva e sopratutto quella dei morti giornalieri in continuo aumento. Tutti a parlare di una curva e di un picco da raggiungere per poi ridiscendere. Intanto passano i mesi e le persone continuano a infettarsi e a morire. Questi ultimi pare siano persone anziane con età superiore agli 80 anni che magari erano ricoverate in una RSA ad andarsene, da sole e senza poter avere neanche il conforto di un parente. E' quì che incomincia a subentrare la paura per il covid19, visto che sommandosi ad altre patologie come cardiopatie o diabete, ne aumenta la pericolosità e la possibilità di morte. I casi più gravi vengono intubati e iniettati con ossigeno, per aiutarli a respirare in quanto l'infezione culmina con una polmonite gravissima. Ci si è accorti poi che i polmoni vengono colpiti da microemboli che ne riducono l'efficienza fino a far morire il malato soffocato. A sentire queste notizie la paura di noi sani aumenta notevolmente.
Sperando di non infettarsi, seguendo scrupolosamente i dettami delle ordinanze si sperava che tutto questo bailame finisse presto, magari con la scoperta di un vaccino nel frattempo che magari avrebbe fatto diventare plurimiliardario il suo scopritore. Si arriva a Pasqua che è per eccellenza il giorno da passare fuori casa. Ogni anno, chiunque nel suo piccolo si organizza per una gitarella fuoriporta. Ma non oggi. Chi ha comprato una seconda casa e aveva deciso di raggiungerla, chi voleva come me andarsene sul Garda a mangiarsi delle belle trote spinate dobbiamo rinunciare, domani staremo a casa. Questa è una decisione del governo. Spiacevole. Ma saggia. Dobbiamo continuare la riduzione del virus, non dobbiamo permettergli di risalire. La Pasqua fuori casa è nella nostra cultura, è inclusa nel proverbio «Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi». A Natale nasci, e nasci con i tuoi, fra i tuoi. A Pasqua rinascono, per una qualche svolta della vita, gli amici, un amore, una tappa della carriera, i soldi, la seconda casa. Perciò la tentazione di passare Pasqua fuori casa è fortissima. A questa si aggiunge la noia asfissiante delle tante settimane ormai trascorse in casa, che la rendono insopportabile. Non se ne può più. Con quel rito nevrotico di uscire uno solo per famiglia, una volta ogni due-tre giorni, per comprare il pane, la pasta e i giornali, senza allontanarsi dal raggio di duecento metri. Uno diventa pazzo. Si inventa scuse di ogni tipo. C’è chi esce col cane per fargli fare i bisogni, e si allontana un po’ oltre il limite, pronto a dire ai carabinieri che il cane ha le sue abitudini, ama fare i bisogni nel solito prato.
I carabinieri sono inflessibili, hanno multato uno perché era uscito per prendersi il vino, e secondo loro il vino non è un «bene essenziale». È ammesso uscire per la spesa, ma bisogna mostrare lo scontrino. Allora c’è chi si fa uno scontrino da 5 euro, lo considera una tassa sull’uscita. Ma spendere 5 euro vuol dire fare la spesa ? Che si fa, si mette un tetto allo scontrino, al di sotto del quale lo scontrino non vale, e chi ha comprato una barra di cioccolato solo per uscire paga la multa ? Siamo un popolo fantasioso. Difficile che chi ha la seconda casa non ci vada in auto, per passare Pasqua. La polizia allora ricorre ai droni, nelle località di mare e di montagna fotografa le targhe, per indagare. Non solo, ma invita i cittadini a fotografare per conto loro le targhe, davanti alle seconde case, e mandare la foto ai vigili. Non solo, ma controlla l’asporto rifiuti: chi va nella seconda casa, per non farsi scoprire con l’asporto rifiuti deve nascondere le immondizie in cucina, e a fine soggiorno riportarle nella residenza principale, in città. A conti fatti, non è meglio stare a casa, e accelerare la morte del virus ?
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