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La farmacia Spatocco

Correva l'anno 1959 e la famiglia si era da due anni arricchita di un nuovo membro, Luciano che era venuto al mondo dopo dieci anni dal primogenito Enio

 

Noi + Luciano

 

 

 

 

...tutto stava cambiando in Italia e anche da noi a Chieti, considerata periferia del mondo.... Luciano era arrivato senza che nessuno se lo aspettasse, all'improvviso e mamma si era rimessa ad allattare e a lavare le fasce che venivano usate per tenere il piccolo stretto in modo che non gli venissero le gambe storte. Era una credenza che oggi si è abbandonata a favore dei moderni pannolini e ai mutandoni di plastica, ma allora...la Farmacia Spatocco raccoglieva le confidenze di molte generazioni di chietini; era la più antica e stava aperta sia di giorno che di notte. Tutti i cambiamenti sociali ed economici sono entrati e usciti dalla sua porta. Sono stati cambiamenti enormi che in mezzo secolo, hanno bruciato tradizioni e sdpazzato via abitudini. Su un quaderno dalla copertina di cartone scuro, il dottor Carlo Tomassetti ha trascritto frasi che potranno far sorridere gli altri, 

ma lui no, perchè ogni parola segnata e ogni foglietto allegato racconta una storia, dando un affresco di vita non facile, ma vissuta a ritmo più lento,quando i dolori e le gioie erano profondi e la dignità si respirava fin da bambini. In farmacia arrivavano dal comune le liste dei poveri, che in quanto tali, non pagavano i medicinali..."...ma chi non li ha mai visti i poveri, chi non ne ha ascoltato la voce, non li ha guardati negli occhi non può capire....". Erano gli anni cinquanta, signori miei, finita la guerra e svanito il ricordo di un impero, tutto era cambiato e la fame era diventata sempre più nera. Le malattie spesso erano molto serie e molti malati venivano ricoverati in sanatorio a curarsi e solo l'avvento della Streptomicina riuscì a fare miracoli, ma ci vollero parecchi anni per debellare il "mal sottile". Nei bar del  

 

 

 

 

 

 

 

centro dalle tazzine di caffè si beveva con riluttanza, appoggiandovi appena la bocca, possibilmente vicino al manico. Tutto è cambiato con l'avvento della televisione, tranne la farmacia e il farmacista dietro al bancone, a rimpiangere un modo di esprimersi, magari scorretto, ma sicuramente più umano. Una volta c'erano i messaggi scritti dal medico e affidati a chi saliva in città..."..non va bene di corpo.." la moglie preoccupata che chiedeva consiglio "... il 10 percento è liquido e il resto e aria di tromba......", dottore cosa devo fare ? Rimpianto di un'atmosfera, quando il medico, Pichiecchio, faceva tutto, curava dalla bronchite, alla carie di un dente e alla gamba rotta. Figurarsi se per queste cose e per interventi da pronto soccorso, si sarebbe permesso di mandare qualcuno all'ospedale; il primario gli avrebbe rimandato il paziente, arrangiati, che noi abbiamo altro da fare, in queste cose devi intervenire tu. I Tomassetti, erano arrivati a Chieti dal Casale nel '700 si chiamavano erboristi e lavoravano anche le spezie che provenivano dall'oriente. Dall'osservatorio della farmacia, il dottor Carlo, ha vissuto alcune rivoluzioni che hanno  

 

sconvolto le  abitudini. L'avvento della supposta per esempio. Mica vero quel che si  racconta che sia un'invenzione per far ridere. "..Era una persona anziana e colta quella che mi chiese un rimedio per il mal di gola. Gli diedi una supposta, che lui diligentemente tagliò a fettine e condì con un pò di sale per darle gusto...". Non era facile persuadere qualcuno che per guarire la gola si poteva partire da molto lontano, molto più giù. E nemmeno era facile far sostituire alle donne il pannolino di pezza con quelli usa e getta, anche perchè il pudore era troppo forte per chiedere informazioni su qualsiasi cosa avesse attinenza con le parti intime. Tormentati erano anche gli uomini, costretti a passeggiare avanti e indietro in attesa che un guizzo di coraggio ci facesse entrare, in farmacia, a chiedere quella cosa lì, una strizzata d'occhio verso il cassettino...." Insomma, vorrei uno scacciapensieri.. confezione da da cinque...". Andava bene finché c'era da chiedere la

 

 

"MAGNESIA SAN PELLEGRINO" nella sua bella scatola d'alluminio laccata, con il fraticello dipinto sul coperchio o la "tintura di iodio" o quando mandava a prendere cinquanta lire " de l'odor che sa la bozza" o quand'era la donna che sfinita dal peso di una prole numerosa si arrangiava con gli eufemismi a allora " dottore mi dia un fodero per la natura dell'uomo" tanto per andare sul sicuro almeno una volta. E il silenzio in confessionale era peccato minore di una bugia

 

 

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