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Consigli di cuore

 

Pericolo infarto. Cos’è, come si cura e come si previene. Un’agile guida per conoscere la cardiopatia più temuta.

 

Cuore Matto

 
La tachicardia affligge indiscriminatamente giovani e vecchi, uomini e donne. E fa paura. Ma spesso è un disturbo benigno. Da cui oggi si può guarire definitivamente. Ecco come



Che cosa è

È un’accelerazione, sia essa regolare o irregolare, del battito cardiaco. Può rappresentare una normale risposta del cuore a determinati stimoli come, per esempio, uno sforzo o un’emozione. In questo caso si tratta semplicemente di un aumento di velocità del normale ritmo del cuore. In alcuni casi, invece, è l’espressione di una vera aritmia, cioè di un disordine più o meno grave del ritmo cardiaco. In quest’ultimo caso può essere definita sopraventricolare, quando origina dalle cavità cardiache dette atrii, o ventricolare, quando a generarla sono per l’appunto i ventricoli. Le prime sono generalmente condizioni benigne, anche se possono essere vissute come fastidiose e limitanti; mentre le seconde possono essere gravi al punto di condurre a un arresto cardiaco.



Le cause

 

Possono essere conseguenza di una malattia (valvulopatie, ischemia, scompenso, disturbi metabolici) o essere espressione unicamente di un disturbo del sistema elettrico in un cuore strutturalmente normale.
 


Le più frequenti

 

L’aritmia più diffusa nel mondo occidentale è la fibrillazione atriale: condizione di per sé benigna, la cui frequenza aumenta con l’aumentare dell’età. Nella fibrillazione atriale gli atrii battono in modo del tutto irregolare e a una frequenza molto elevata, che fortunatamente però viene trasmessa solo in minima parte ai ventricoli e al resto del corpo. Nei giovani le tachicardie più comuni sono dette tachicardie parossistiche sopraventricolari. Anche di queste esistono molti tipi, alcune sono legate a una condizione nota come sindrome di Wolf Parkinson White (WPW). È caratterizzata dalla presenza, sin dalla nascita, di un pezzetto di tessuto elettrico del cuore in più che getta le basi per il verificarsi, in alcune circostanze, di una specie di corto circuito che fa battere il cuore a una frequenza molto più alta del normale. In una piccola percentuale di casi i malati affetti da WPW possono avere una tachicardia così intensa da perdere conoscenza. Le più pericolose sono le tachicardie ventricolari, che originano cioè dai ventricoli e sono spesso associate o conseguenza di un infarto o di una grave dilatazione del cuore.



I sintomi

 

La sensazione è quella di avere il cuore in gola, oppure di sentirsi molto agitati, o in alcuni casi ancora di avvertire come uno sfarfallio al petto. Quando si tratta di un’aritmia, questa insorge e cessa improvvisamente. A volte è accompagnata da vertigini o veri svenimenti, con improvvise cadute a terra precedute dall’annebbiamento della vista. Talora si associano a dolore al petto e mancanza di fiato. E in alcune occasioni, quando cessa si avverte il bisogno di urinare. Tastandosi il polso si avverte un ritmo veloce che può essere sia regolare sia irregolare.



Gli esami

 

Elettrocardiogramma: per giungere a diagnosi è necessario registrarlo durante la crisi. Spesso infatti al di fuori dell’episodio è del tutto normale. Per questo motivo è frequentemente necessario ricorrere all’esame Holter, un elettrocardiogramma registrato in continuo per 24 ore. Non sempre però si riesce a cogliere il disturbo. In alcuni casi, questo può essere provocato eseguendo un test da sforzo. La maggior parte delle aritmie benigne, però, non compaiono dopo sforzo, ma improvvisamente e in pieno benessere. Gli esami del sangue possono essere utili per verificare una carenza di potassio o un alterato funzionamento della tiroide, cause entrambe di semplice tachicardia o di vere aritmie, come la fibrillazione atriale o le tachicardie parossistiche sopraventricolari. Quando non si riesce a capire la natura della tachicardia è indicato eseguire uno studio elettrofisiologico. Si tratta di un esame invasivo che prevede l’inserimento di cateteri nel cuore e dirime con certezza la causa e l’origine dell’aritmia eventualmente presente. Va fatto in ospedale in regime di ricovero e da mani esperte (negli ospedali che hanno un reparto di elettrofisiologia).



Consigli per chi soffre di tachicardia

 

Meglio evitare o ridurre tutte i fattori che possono aumentare l’eccitabilità del cuore come tè, caffè e tutte le bevande contenti caffeina come la cola, sigarette. Attenzione poi a farmaci contenti adrenalina come alcuni vasocostrittori nasali usati quando si ha il raffreddore. Quando si suda molto, inoltre, si tende a perdere potassio, meglio reintegrarlo con alimenti che lo contengono in elevate quantità (albicocche, pomodori, banane, ecc). È importante poi differenziare una vera aritmia da una normale accelerazione del battito cardiaco e o da stati di agitazione o da attacchi di panico. Il trattamento di queste tre situazioni è nettamente differente. In particolare è opportuno rivolgersi al proprio medico quando la sensazione dura almeno qualche minuto, si ripete periodicamente, non cessa da sola e soprattutto se associata a vertigini. Nel caso di uno svenimento con perdita di conoscenza è meglio rivolgersi direttamente al pronto soccorso di un ospedale.
 


La terapia

 

Esistono molti farmaci cosiddetti antiaritmici che in molti casi sono molto efficaci nel prevenire le crisi di aritmia. È però necessario assumerli con regolarità, e nella maggior parte dei casi, per tutta la vita. Nel caso della fibrillazione atriale è inoltre opportuno assumere o farmaci antiaggreganti (come l’aspirina) o anticoagulanti, perché questa aritmia è associata alla possibilità (se pure molto piccola) che si verifichino embolie per esempio cerebrali. Spesso poi è necessario ricorrere alla cardioversione elettrica: una scossa elettrica, eseguita in anestesia generale, che interrompe l’aritmia e ripristina il regolare ritmo del cuore.Oggi, tuttavia esistono possibilità differenti e certamente più efficaci di cura per molti tipi di aritmia. L’ablazione transcatetere è infatti un intervento che attraverso cateteri sospinti nel cuore in modo del tutto indolore riesce a eliminare per sempre e in un’elevata percentuale di casi il corto circuito elettrico che genera la tachicardia, sia essa sopraventricolare che ventricolare. Inoltre in caso di aritmie gravi, potenzialmente mortali e intrattabili sono oggi disponibili dei defibrillatori impiantabili (pace maker appena un po’ più grandi), che intervengono quando la tachicardia insorge e la terminano con una scossa elettrica a basso voltaggio.


 

 

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