in
Basilicata
Maschere
Antropologiche
Maschere
antropologiche
E’ inopportuno
parlare di maschere nel mese di Giugno? Sembra proprio di
no. A Tricarico, un comune di 5.605 abitanti della provincia
di Matera in Basilicata, ogni anno si rinnova lo svolgimento
del “Raduno delle Maschere Antropologiche”, una
manifestazione interessante e un bell’esempio per la
riscoperta della cultura popolare. Questo appuntamento è
organizzato dalla Pro loco del paese insieme ad altri enti.
E’ inoltre una occasione di incontro e di confronto con le
tradizioni di altre regioni d’Italia e d’Europa, per
rafforzare il passaggio della tradizione dal vecchio al
giovane. Infatti, nei paesi che vivono una generalizzata
situazione di processi di abbandono, c’è una sorta di
resistenza culturale per continuare le tradizioni. Il
carnevale riesce ad unire la comunità locale e la fa
socializzare, rafforzando la tradizione e la sua identità. A
portare avanti queste iniziative della cultura popolare, che
è la vera cultura benché emarginata, ci sono i giovani che
nei piccoli paesi e con grandi sacrifici, cercano di non far
perdere questa memoria locale. La speranza è che il paese
non scompaia.Il programma di quest’anno, ha previsto la
presentazione dei prodotti tipici locali delle località che
hanno partecipato all’evento, con banchi per la degustazione,
l’informazione e l’acquisto. Il carnevale tradizionalmente
inizia il 17 gennaio, proprio con la festività di
Sant’Antonio Abate, patrono anche degli animali. La
devozione popolare accomuna a questa festività la
benedizione degli animali domestici, oggi fuori moda! Il
lungo periodo carnevalesco che inizia in questo mese, quando
gli animali si svegliano dal letargo, termina a febbraio,
quando si sveglia la natura. C’è un legame in tutti i riti
del carnevale, che è quello di scongiurare, allontanare ed
annullare gli influssi maligni. Con esso si celebrano i riti
propiziatori, che danno sollievo ai malanni e procurano
l’abbondanza dei raccolti. La chiusura del carnevale si
festeggia con il funerale e il lamento funebre del fantoccio
bruciato. Un altro momento comune è il rumore procurato dai
campanacci che agitati, potrebbero rappresentare un
“qualcosa” per scacciare il malanno o forse per ricordare il
ritorno delle greggi e delle mandrie…, il suono della
transumanza. Oltre agli otto comuni lucani che aderiscono
alla Rete delle maschere antropologiche lucane, (Aliano MT,
con “Le Maschere Cornute”; Cirigliano MT, con “Le Stagioni”;
Lavello PT, con “Il Domino”; Montescaglioso MT, con “Il
Carnevalone”; San Mauro Forte MT, con “I Campanacci”;
Satriano PT, con “U’ Rumit e l’Urs”; Teana PT, con “L’Orso”
e Tricarico MT, con “Le Maschere), hanno partecipato le
maschere sarde provenienti da Mamoiada NU con i Mamuthones e
Issohadores; Orani NU con Su Bundhu; Ottana NU con Boes e
Merdules. Dalla Lombardia, Ardesio BG con La Scasada del
Zenerù, e BERGAMO, con l’Arlecchino Bergamasco. Dalla
Calabria, Alessandria |
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del Carretto CS con,
Pojicinèll Biell. Dalla Sicilia, Cattafi MS con A Maschira. Dalla
Campania, Montemarano AV con La Tarantella. Dall’Abruzzo, Chieti con
“I Pulcinella Abruzzesi”. Dalla Spagna, Unanua con Los Mamuxarros.Le
maschere vengono realizzate per rappresentare la tradizione animale
o vegetale. La sfilata delle maschere dei 18 comuni, applauditi dal
numeroso pubblico, ha procurato tante riflessioni. Il paese più
piccolo è Cirigliano MT con 350 abitanti ed il più grande Bergamo
con 119 248 abitanti. Non c’è paragone! Solo cinque comuni superano
i 5mila abitanti. Tricarico, Chieti, Bergamo, Lavello e
Montescaglioso. Il lato positivo dei piccoli comuni è che si lavora
facilmente insieme ed è facile tramandare la tradizione da padre,
figlio, nipoti, essendo pochi. Il paese partecipa. Al contrario, nel
comune grande si lavora in incognito, senza supporto e con il
menefreghismo sia dell’amministrazione che dei cittadini. Non c’è
ricambio generazionale che potrebbe avvenire solo fra i partecipanti,
ma essendo anziani, devono sperare solo nei nipoti. E’ difficile … !
La mia riflessione può sembrare di parte, ma è la fotografia della
realtà. A Chieti, grazie al Professore Stoppa, c’è la ricerca
appassionata degli abiti, dei gioielli, del loro accostamento e del
modo di camminare. Inoltre c’è un evento ogni mese. Si è instaurato
immediatamente fra i gruppi mascherati un clima di amicizia e
collaborazione, tanto è vero che ci saranno dei gemellaggi. Non è
stato facile sfilare per ore con gli abiti pesantissimi ed una
temperatura che sfiorava i 30 gradi. Gli applausi della immensa
folla ai figuranti sono stati tutti meritati. E’ opportuno
fornire informazioni sulla ritualità delle maschere partecipanti,
sia animali che vegetali. I PULCINELLA ABRUZZESI DI CHIETI, 52mila
abitanti, fanno parte del CTT “Compagnia Tradizioni Teatine”, che
riunisce anche l’associazione Teatina “Lu Ramajetto“. Spiega il
professor Francesco Stoppa, docente universitario della Università
D’Annunzio e direttore del CATA, il Centro di antropologia per il
turismo abruzzese, che la maschera di Pulcinella di Chieti è il
progenitore delle maschere attuali. E’ una maschera vegetale e
rappresenta una figura mitologica. E’ un vero e proprio semidio che
riporta ordine nel mondo vegetale sulla terra, dopo l'inverno.
L'abito si contraddistingue per un alto cappello a cono con lo
scheletro di canna, che unisce la terra al cielo, ed è il simbolo di
un personaggio con potere religioso. E' arricchito da numerosi pon
pon in lana, che rappresentano i fiori, mentre i nastri colorati
sono i nuovi germogli. I pulcinella hanno anche una mazza fiorita,
sempre con anima in canna, rivestita di nastri colorati, una frusta
e la bandoliera che rappresentano attributi di un potere apotropaico,
per allontanare o annullare gli influssi maligni, come i campanacci
che, agitati, scacciano il male. E’ una tradizione che trae origine
dai riti dei popoli italici che in questo periodo - aggiunge Stoppa
- davano inizio a feste di propiziazioni primaverili. Secondo lo
storico Paolo Toschi, i pulcinella sono figure presenti nella
cultura tradizionale italiana e sono i progenitori del teatro
dell'arte. I costumi, una volta realizzati, sono indossati dagli
iscritti e da chi ne farà richiesta, e sfileranno in manifestazioni
storiche, quali il carnevale di Chieti.
SAN MAURO FORTE è un comune di 1.658 abitanti della provincia di
Matera in Basilicata. I CAMPANACCI è una festa di antichissima
tradizione, si svolge a partire dal 16 gennaio ed ha origine sia nei
riti pagani propiziatori legati al culto della fecondità della terra
ed alla transumanza e sia nelle celebrazioni sacre in onore di
Sant'Antonio Abate. Hanno anche funzioni di sollievo dai malanni. I
campanacci sono di sesso maschile e femminile, dipende dalla
larghezza finale del campanaccio. Il campanaccio femminile è più
largo… i secondi più lunghi. I campanacci vengono suonati, con il
loro fragoroso trambusto tenendoli tra le gambe MONTESCAGLIOSO è un
comune di 10 078 abitanti della provincia di Matera in Basilicata. -
IL CARNEVALONE risale al 7 febbraio del 1638 e rappresenta il
vecchio destinato a finire sul rogo per propiziare il nuovo ciclo
stagionale. Ci sono molti personaggi, l’U' FUS, (Il fuso), la Parca,
(una figura di origine greca), che tesse e regge il filo del destino
e della vita. La ‘’Quaremma’’, la moglie di Carnevalone, con in
braccio ‘’Carnevalicchio’’ simbolo dell’anno nuovo che
inizia.LAVELLO è un comune di 13.750 abitanti della provincia di
potenza. - Il DOMINO è la maschera tradizionale, misteriosa ed
affascinante. È realizzata da una lunga tunica in raso rosso con
cappuccio che nasconde il viso e la mantella che copre le spalle.
Legata a tracolla una sacca contenente cioccolatini e caramelle. Il
colore del Domino cambia in base al ceto sociale. Il rosso è il
colore del Popolo.
TEANA è un comune di 674 abitanti della provincia di Potenza – Il
protagonista è L’ORSO, che simboleggia la natura selvaggia. Infatti
il corteo parte dai boschi. Altri protagonisti sono una sposa, uno
sposo, quattro carabinieri, un prete ed il suo sacrestano, un
giudice, due medici. Appena carnevale è processato e morto, l’orso
lo prende e lo restituisce al bosco, così la scena si conclude dove
era iniziata. CIRIGLIANO è un comune in provincia di Matera con 355
abitanti. LE STAGIONI sono rappresentate dalle maschere che
simboleggiano una coltivazione tipica di ognuna dei mesi dell'anno,
esaltando per ognuno di essi, le tradizioni proprie. Alla fine, la
processione funeraria di Carnevale, che pone fine ai festeggiamenti
e che si conclude con l’incenerimento del fantoccio e i pianti
strazianti della moglie, Quaremma, che ha perso il marito. SATRIANO
è un comune di 2.412 abitanti, della provincia di Potenza in
Basilicata. U RUMIT E LURS, la foresta che cammina, gli uomini
albero, è ritenuto il più antico, caratteristico, suggestivo e
misterioso carnevale della Basilicata. L'unicità di questo rito
carnevalesco è data dalla presenza di tre maschere tipiche (L'urs)
l’Uomo animale, vestito di pelli di pecora o di capra che
rappresenta una maschera di prosperità, buona sorte e successo. (U'rumit)
l’Uomo vegetale, l’albero vagante, una maschera silenziosa coperta
di foglie rampicanti e tralci d'edera, una maschera molto importante
e rappresentativa, simbolo di povertà e penuria. (A Quares'm)
Coperta da un manto nero di stoffa e porta sul capo una culla che
contiene al suo interno il proprio figlio concepito durante il
periodo del Carnevale, di cui però non si conosce il padre. U'rumit
vuole lanciare un messaggio ecologista universale che è un
rovesciamento dei valori: ristabilire il rapporto con la terra per
rispettare gli uomini e le donne che la abiteranno in futuro.
ALIANO è un comune di 1.065 abitanti della provincia di Matera - LE
MASCHERE CORNUTE sono infatti grottesche e diaboliche figure di
animali. Hanno il volto coperto da una spaventosa maschera fatta di
argilla e cartapesta con un grosso naso e grandi corna. Sulla testa
portano penne di gallo sistemate a mo’ di capelli, ed in mano il “ciuccigno”,
una sorta di bastone molle fatta di pelli di pecora rinsecchite ed
arrotolate, con il quale colpiscono sulla schiena chi intralcia il
corteo. Ad Aliano è sepolto Carlo Levi, che qui ha trascorso il
confino impostogli dal regime fascista e qui ha scelto di dimorare
per l’eternità. TRICARICO MT, è un comune di 5400 abitanti in
provincia di Matera. Le maschere di Tricarico (L’màsh-k-r nel
dialetto tricaricese), costituiscono una tradizione di culture
ancestrali, legato, si ritiene, a riti di fertilità. Mucche e tori,
impersonati da uomini (la partecipazione è interdetta alle donne)
rappresentano una mandria in transumanza nella quale i partecipanti
mimano l'andatura ed i movimenti degli animali, comprese le "prove
di monta" dei tori sulle vacche. ALESSANDRIA DEL CARRETTO è un
comune italiano di 478 abitanti della provincia di Cosenza. E’ un
Piccolo Borgo Montano del Pollino Orientale. POJJCINNELL BIELL
(Pulcinella bello) è la perfetta personificazione del bene e del
bello. Quello bello è vestito con pantaloni bianchi, camicia chiara,
anfibi ai piedi e sul viso una maschera verniciata di bianco, con un
volto roseo e anonimo, come una maschera deve essere. Il cappelletto,
come copricapo, è abbellito da nastri colorati, piume, coccarde
coloratissime, medaglie, medaglioni, fazzoletti ricamati e addobbi
vari. La caratteristica del cappelletto della maschera bella è lo
specchio sul davanti, quasi a significare che la maschera copre e
nasconde il volto, ma la realtà non sfugge a chi anima la maschera,
che verrà rincorsa con ilarità e simpatia. Per completare questa
festosa maschera c’è “u scruiazzo”, (un bastone di legno, lavorato
con incisioni varie dai falegnami locali). In cima allo “scruiazzo”
ci sono delle palline di lana colorate. Questa particolare maschera,
mentre si aggira per il paese e tra le case, porta tanta allegria e
buonumore. I suoi coriandoli sono rappresentati dalla farina.
La tradizione racconta che questo costume è legato ai fidanzamenti
ufficiali. Infatti, la prima volta che il fidanzato faceva il suo
ingresso a casa della promessa sposa, si presentava vestito da
POJJCINNELL BIELL e come suo primo dono, portava “u scruiazzo”.
ARDESIO è un comune di 3 651 abitanti della provincia di Bergamo, in
Lombardia. Si trova in alta Val Seriana, Alpi Orobie, sulla sponda
sinistra del fiume Serio. LA SCASADA DEL ZENERU’, (scacciare
l’inverno), si rappresenta il 31 gennaio, l’appuntamento astronomico
che dà il via ai giorni della merla, considerata fin dall’antichità
cerniera tra inverno e primavera. Alle prime ombre notturne, i
ragazzi muniti di campanacci, Tolle,(un congegno che fa rumore) e "cioche",
si incamminano per le vie strette di Ardesio, pronti a scacciare
l'inverno. Bisogna fare un gran rumore per allontanare un altro
terribile inverno. Il "Zenerù" viene rappresentato da un fantoccio
realizzato da alcuni giovani, ogni anno con sembianze diverse.
Questo fantoccio rappresenta la fredda stagione, che verrà
simbolicamente cacciata bruciandolo. BERGAMO BG – DUCATO DI
PIAZZA PONTIDA ASSOCIAZIONE ARLECCHINO BERGAMASCO. Nel corteo di
Mezza Quaresima, proposta dalla storica associazione culturale
Ducato di Piazza Pontida, ogni anno viene considerato un tema
diverso. Il “rasgamento” che è un servizio, una istituzione, un
lavoro pubblico che non ha funzionato o ha creato disagio ai
cittadini durante l’anno, è appeso al collo della “vecia”, (che
personifica la Quaresima) e viene segata e bruciata sul falò al
termine della sfilata dei carri di carnevale per le vie cittadine.
La sfilata viene aperta dal Duca in carrozza e si conclude con il
rogo della “vecchia, in piazza Pontida, una delle più antiche di
Bergamo bassa, il cuore della Bergamo popolare.
CATTAFI è una frazione di 780 abitanti della provincia di Messina.
Sorge su un'altura a circa 120 m sul livello del mare. A MASCHIRA, è
tipica del luogo e rievoca la cacciata di un'orda di pirati saraceni
da parte degli antichi abitanti del vecchio casale di Cattafi. E’ un
costume d'origine eurasiatica, che si mostrava nelle grandi
occasioni, quale segno di potere e di comando. L'abito, fortemente
multicolore, è rappresentato da un alto copricapo conico, variopinto
e tempestato di pietre preziose, una camiciola bianca, intersecata
da nastri coloratissimi, un corto pantalone, con sopra una gonna, a
sua volta arricchita da trine di svariati colori e svolazzanti, che
iniziano dalla vita, guanti rigorosamente bianchi ed una frusta,
intrecciato ancora una volta da stoffe variopinte, simbolo di forza,
vigoria ed efficacia. MAMOIADA è un comune di 2547 abitanti della
provincia di Nuoro. Il misterioso ed antico carnevale con
protagonisti i MAMUTHONES E ISSOHADORES è diventato l’immagine del
paese. I Mamuthones, curvi sotto il peso dei campanacci, con il
volto coperto da una maschera lignea nera, si muovono lentamente in
modo ritmato su due file parallele e con un colpo di spalla agitano
tutta la sonagliera, che ha un suono particolare. Gli Issohadores li
scortano con passi e salti più agili, vestiti con maschera bianca e
corpetto rosso. Lanciano il laccio (nel dialetto mamoiadino soha),
all’'improvviso, catturando le giovani donne in segno di buon
auspicio, di buona salute e fertilità, o l'amico scelto nella folla,
in segno di affetto, per poi rilasciarlo immediatamente. Il rumoroso
ballo dei sonagli serve per allontanare il male e favorire annate
agricole abbondanti.
ORANI è un comune di 2894 abitanti della provincia di Nuoro. SU
BUNDHU, (il VENTO), nasce come festa propiziatoria della fertilità e
dell’abbondanza delle messi. I tre argomenti sono: il vento che
raffigura il fecondatore del mondo vegetale; il bove che raffigura
il fecondatore del mondo animale; l’uomo in quanto portatore del
seme umano. Madre Natura, riceve le offerte propiziate dai tre
portatori. A lei spetterà il compito di accettare i semi, infonderne
il soffio vitale e cullarli entro il proprio ventre cavernoso. Su
Bundu indossa abiti da contadino, un cappotto largo, una camicia,
pantaloni di velluto, gambali di cuoio, e una grossa maschera di
sughero con corna, un naso prominente, il pizzo e i baffi. Dalla sua
fronte spuntano due corna appuntite. Su Bundu afferra un grande
forcone di legno e mima il rito della semina emettendo le sue
caratteristiche grida che richiamano l’attenzione divertita degli
spettatori. OTTANA è un comune di 2.337 abitanti della provincia di
Nuoro. I Boes ed i Merdules sono due maschere tipiche della
tradizione del carnevale di Ottana e tra le più conosciute in tutta
la Sardegna. Rappresentano la lotta tra l'istinto animalesco e la
ragione umana. Tanto è vero che nelle esibizioni carnevalesche il
Boe, (il bue), viene inseguito, frustato e catturato dal Merdule, (il
guardiano dei buoi) ed insieme danno vita alla parodia con vivaci
lotte. MONTEMARANO è un comune di 3.140 abitanti della provincia di
Avellino. Il personaggio più rappresentativo del Carnevale è un
PULCINELLA con il suo caratteristico costume bianco e rosso, l'alto
cappello, il bastone simbolo di autorità. Dà ordini ai figuranti, si
fa spazio tra la folla e distribuisce dolciumi al pubblico. La
maschera viene accompagnata dalla tarantella montemaranese, una
Tarantella autoctona del paese. La tarantella è improvvisata con
arrangiamenti anche in stile jazz, grazie al clarinetto. La
fisarmonica, il tamburello, il canto, richiamano le persone a
ballare.
UNANUA è un comune spagnolo ubicato a quota 1400m sui Pirenei. E’
compresa nella comunità autonoma della Navarra, la capitale è
Pamplona. LOS MAMUXARROS è un carnevale rurale, i personaggi sono
vestiti di bianco con una fascia rossa in vita. Indossano una
maschera di bronzo sul viso la cui origine è sconosciuta, un gran
foulard colorato sulla testa ed uno intorno al collo. Muniti di
lunghi bastoni, minacciano e cercano di colpire chiunque capiti loro
a tiro. Le persone prese di mira generalmente sono giovani donne che
si devono inginocchiare per farsi segnare una croce in fronte dal
mamuxarro e poi dargli un bacio sul ginocchio.
Considerazioni
Tricarico ubicato a 698 m. è un comune ben amministrato, ha uno dei
centri storici medioevali più importanti e meglio conservati della
Basilicata e propone un notevole patrimonio monumentale ed artistico
che si riallaccia al periodo arabo normanno, come il quartiere arabo
saraceno. Sino al 1582 c’erano 52 chiese, oggi aperte al culto ce ne
sono 14 e diversi conventi. Ci sono sei porte di accesso alla città,
oltre a musei, monumenti, torri. La visita alla Torre Normanna, alta
27 metri e con pareti spesse oltre 5 metri, è interessante anche per
una particolarità che attrae il visitatore. Arrivati in cima alla
torre, se ci si mette sulla pietra posta al centro del piano e si
parla, si ascolta la propria voce rimbombare come se si fosse in una
caverna. Il centro storico è pavimentato con ciottolato, sistemato e
pulito. Il turista è accolto con educazione e può visitare la città
a qualsiasi ora perché i negozi sono aperti. Il circondario boschivo
è costituito da querce e si estende per circa 2500 ettari, con una
produzione di funghi porcini e tartufi neri. E ‘un comune dove c’è
cultura, tradizione, educazione e ambiente. Importante è questo
evento che è uno scambio fra la cultura e la tradizione, perché la
cultura crea la comunità.
@Pellegrini
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