IL SENTIERO DELLA LIBERTA'
Il nostro amico Luciano
Pellegrini, quest'oggi ci propone una escursione su un percorso storico, dalla
stazione della ex funivia, in località Sant’ Antonio, che collegava Palena CH a
Campo di Giove AQ, con tappa al Guado di Coccia, Parco Nazionale della Maiella.
Ex funivia perché da tanti anni non funziona e rovina l’ambiente ed il
paesaggio.
L’ex
presidente della repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi,
nell’anno 2000, ideò il Giorno della Memoria, a ricordo
della traversata che fece il 24 marzo del 1944 da Sulmona AQ
a Casoli CH, attraversando il Guado di Coccia. C’era la
linea Gustav, (che passava anche per l’Abruzzo), voluta da
Hitler per fermare l’avanzata degli alleati che divideva
l’Italia in due, i tedeschi a nord e gli alleati a sud. Dopo
l’armistizio dell’otto settembre 1943, migliaia di
prigionieri alleati e giovani italiani che lottavano insieme
per la liberazione dell’Italia, si ricongiunsero con le
truppe alleate
grazie alla Linea Gustav. Siamo partiti da quota 1174 m in
località sant’Antonio di Palena, all’inizio del vallone di
Cocci e seguendo la carrareccia siamo arrivati al Guado di
Coccia 1674 m. Ci siamo fermati
davanti la lapide del
tenente pilota Ettore De Corti, nato in una frazione della
provincia di Udine e morto il 18 ottobre 1943, proprio al
Guado di Coccia e insignito con la Medaglia d'oro al valore
militare. Pur gravemente ferito, per salvare gli amici, fu
violentemente ucciso, aveva 24 anni. Anche se la giornata è
stata ventosa, nuvolosa e fredda, siamo saliti a Serra
Campanile 1798 m, dove inizia il sentiero per l’anticima e
la cima del Monte Porrara 2137 m. per godere il panorama ed
i passaggi esposti a picco, sulle valli sottostanti. Nel
tornare indietro, vicino la fontana a metà percorso, abbiamo
trovato un ordigno bellico inesploso, lanciato da un cannone
o da un aereo? ma per fortuna vuoto. A Palena CH abbiamo
avvisato i carabinieri che hanno provveduto insieme alla
forestale a recuperarlo. I colori
autunnali hanno rallegrato i nostri occhi, tante foto sono
state scattate, trovando la luce migliore per renderle più
piacevoli.
La mia immaginazione, confortata da una leggenda, rappresenta questo sperone
roccioso alla DEA MAIA, inginocchiata, con la testa abbassata, che avvolta nella
nebbia, ha preso una immagine di mistero, un alone di magia, mentre veglia la
tomba del figlio Mercurio, il dio messaggero. La nebbia lugubre, scura, il
silenzio, l’emozione, hanno evidenziato maggiormente la sua sofferenza. Sembrava
che accarezzava suo figlio per asciugargli l’acqua.
|
|