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BACK PAGE GUERRA   ATTO  SECONDO MAMMA GINA

 

Papà - Albania - Il mio diario di guerra continua

2 aprile 1941 : Partenza da Chieti, giorno di tristezza e di lavoro: si lascia il paesello, diretti a Bari per poi proseguire verso un'ignota destinazione. Vibranti auguri al 232° da parte della popolazione festante fatta di parenti e spose.

 

Albania, dal mio diario di guerra
 

2 aprile 1941 : Partenza da Chieti, giorno di tristezza e di lavoro: si lascia il paesello, diretti a Bari per poi proseguire verso un'ignota destinazione. Vibranti auguri al 232° da parte della popolazione festante fatta di parenti e spose. Mio padre poco più che un ragazzetto, ad appena 21 anni ancora da compiere, partiva per la sua prima campagna militare vera e propria. Di tempo ne avrà parecchio e ogni sera scriverà qualcosa sul dì appena passato. 3 aprile : Siamo in viaggio avvolti da una malinconia tremenda, ci chiediamo tutti se ritorneremo mai a casa.  4 aprile : Ci si imbarca diretti verso l'Albania. 5 aprile : Mare calmo, cielo sereno. Circa 10 piroscafi procedono di pari passo protetti da apparecchi. Tutti quanti hanno una fifa maledetta di essere bombardati e di non poter mai arrivare a destinazione. Io che non mi lasciavo impressionare facilmente me ne sono andato giù, nel reparto macchine e mi sono messo a dormire. Tanto se ci avessero bombardati avremmo fatto tutti la fine del "topo". Verso sera, comunque, raggiungiamo il porto di Durazzo, sbarchiamo e ci facciamo diversi Km a piedi, ci fermiamo all'aperto per riposare. 6 aprile : Alessio (a circa 70 Km da Durazzo). Si ha la meraviglia di vedere i costumi albanesi specie nel modo di vestire. Ci accompagnano a Cucuri, giorno festivo. Domenica delle Palme, ma per noi, di lavoro intenso.

 

 

 

 

7 aprile : Giornata fredda e pioggia continua, si fanno le tende alle pendici scogliose di una montagna in massima pendenza. Da qui si sentono i primi colpi di cannone e si vedono apparecchi in lontananza che bombardano le città. 8aprile - Da ieri siamo bagnati, durante la notte scorre l'acqua da sotto la schiena, ma per la stanchezza dopo sei giorni di viaggio, un po' si dorme. 9 aprile : Piove ancora. Dopo mezzogiorno si riparte. Di rinforzo alla divisione Centauro, in linea. Per strada si hanno buone notizie: "un'armata ha deposto le armi". Ci rallegriamo un po'. E' sera, arriviamo a Scutari, sei Km a piedi, diretti verso il fronte, qualche Km prima ci fermiamo, è mezzanotte circa, si fanno le tende nei pressi del fiume Boiana. Terreno umido, panni bagnati, freddo: seduto sullo zaino si passa la rimanenza della notte. 10aprile : Siamo in mischia con i bersaglieri. Sulla Centauro in attesa di ordini. Piove e si trasporta il materiale con lentezza e noia. Più tardi, come se non bastasse mi tocca montare di vedetta. 11 aprile, Venerdì Santo : Dopo 24 ore di vedetta sotto la continua pioggia giunge l'ordine che la 4° squadra raggiunga immediatamente la prima linea. Si parte verso sera senza indumenti per coprirsi. Dopo 15 Km raggiungiamo la destinazione, la notte è fredda e bagnata, mi tocca montare di nuovo di vedetta, massima attenzione per evitare che il nemico non penetri nelle nostre linee. La notte però mi passa senza che accade nulla di nuovo. 12 aprile - Siamopresso una caserma con la finanza in loro aiuto e si hanno le prime impressioni di guerra. Di tanto in tanto si effettua qualche attacco. I primi attacchi che facevano rabbrividire il sangue, sentirsi frollare da tutte le parti le pallottole, non è certamente piacevole. 13 aprile (giorno di Pasqua) : Duro lavoro, poco mangiare, verso sera approfittiamo di bestiame in abbandono, ammazziamo 5 pecore e un vitello, procurandoci provviste per qualche giorno. Il fronte è calmo, si sente solo qualche colpo di artiglieria in lontananza. Alle ore 2 di notte si scatenò un fuoco intenso, che durò circa 2 ore, si risponde al fuoco, nessun ferito di noi, dalla parte nemica si sentono lamenti può darsi che ne abbiamo beccato qualcuno. 14 aprile : Dopo un po' di riposo, nel pomeriggio si va in cerca di cibo e e troviamo 8 galline che le mangiano in poco più di 20 persone. Nella notte ci arrivano i rinforzi per l'offensiva che purtroppo non ci si riesce. Verso l'ora solita incominciamo l'attacco, tenendo sempre posizione, nessun danno accusato dalla mia compagnia. Fa sempre più freddo, ma per fortuna c'è sereno. 15 aprile : La nottata inizia bene. Verso le ore 23, una brutta notizia, arriva l'ordine di occupare la posizione nemica. Si doveva andare all'attacco e noi andammo. Ci avviciniamo a meno di 30 metri, coperti dalla vista nemica, ma non appena questi ci scorgono iniziano a sparare, un fuoco che sembrava grandine e fummo costretti a ritirarci, sempre accompagnati dal fuoco nemico, finchè non raggiungemmo le nostre postazioni. In ritirata percorremmo un fiume, per essere più nascosti, dovemmo attraversare circa 400 metri d'acqua e raggiunta la posizione quasi al mattino. Qui troviamo l'ordine di rientrare in compagnia, passiamo una notte terribile, tanta pioggia e sopratutto marciare senza mangiare. Attraverso la montagna dopo 7 ore, con 35 Kg sulle spalle raggiungiamo gli altri compagni, 2 ore fermi e alle 4 del giorno 16 si riparte di nuovo. Attraversiamo quello che era il fronte nemico, marciamo altre ore a piedi sotto la pioggia prima di venir

 

 

 

 

Papà è il 5° in piedi partendo da sinistra

 

 

caricati su un'autocolonna e trasportati a Novi Bar. Siamo lì di presidio in territorio iugoslavo accolti dalla popolazione di questo paese. 17 aprile : Di nuovo trasferiti di altri 80 KM a Cattaro, io sono di capo posto, ad un serbatoio di benzina, presso il porto di questo paese. 18 aprile : Continuo il servizio per un altro giorno e lo considero un riposo in confronto dei giorni passati. 19 aprile : Continuo il servizio, ma mi ritrovo a pensare alla mamma adottiva Leontina lontana, della quale non ho notizie da circa 20 giorni. 20 aprile : Ho trascorso la giornata in riposo. Qua invece del giorno 13, ricorre oggi, la festa di Pasqua, tutta la città è in gran festa e con loro festeggiamo Pasqua pure noi anche perché il giorno della Pasqua saremo in 1° linea, sotto il fuoco nemico. 21 aprile : Finalmente ci incominciano ad arrivare i viveri regolari, da 20 giorni non si aveva più minestra, sola gallette e scatolette, ma poco anche di quelle. 22 aprile : Sono, per tutta la mattinata, addetto al solito servizio e ho la consolazione di rileggermi le notizie della famiglia, pervenutemi dopo 22 giorni di attesa. Alle ore 12 arriva l'ordine di partire per raggiungere una posizione (a far fronte), trattasi di proteggere un sommergibile inglese che dovrebbe sbarcare truppe proprio in quel presidio. Armati e pronti ad intervenire, dopo un'attesa fino a sera, ci è giunge notizia che il detto sommergibile, quello che dovevamo attaccare, era stato silurato. La città si trovava in una vallata, nei pressi del mare, dominata da alte montagne spoglie, nelle quali erano facili trovarsi in imboscate di bande armate e nella notte si sentivano di tanto in tanto scariche di fucileria. Ieri sera a tarda notte ci trovammo a conversare tra amici all'aperto con un lume acceso Si sentirono diversi colpi che piombavarono su di noi a pochi metri e vedendoci così esposti si decise di spegnere e di andare a dormire, per evitare guai peggiori. 23 aprile : Notizia non precisa ma pare che la Grecia tratti la pace. Io sono di nuovo capoposto alla divisione. 24 aprile : Nella notte si dispone la divisione per la partenza. Passo la giornata bene ma sempre rinchiusi, c'è stata proibita la libera uscita. 25 aprile : Poco lavoro semplice servizio di caserma. 26 aprile : Ricevo la prima decade di oltremare è di £ 140, si fa festa. Io riprendo il servizio di capoposto, presso magazzini di armi e munizioni. 27 aprile: Solito servizio, riacquisto il sonno perduto dato che il tempo me lo permette. 28 aprile : Giorno da ricordare, mentre sono di sentinella becco dei borghesi che portano fuori, da un magazzino, dei viveri, questi vengono immediatamente messi ai fermi in attesa di giustificazioni. 29 aprile : Smontato dal detto servizio passo la giornata in malinconia, rinchiuso, penso che da diversi giorni non ho notizie da casa. 30 aprile : Ci avvisano di tenerci pronti per ignota destinazione. Così termina il disagiato Aprile, 28 notti di poco dormire con una sola coperta all'aperto presso uno scoglio, un cespuglio di nuda terra. Questa è la vita del fante in guerra. 1 maggio 1941 : Ci raduniamo più squadre insieme, che da diversi giorni siamo distaccati, per proseguire e presidiare altrepostazioni. Ero privo di notizie da diversi giorni da casa, oggi mi sono giunte. 2 maggio : Ci si annoia per l'attesa. E' sera, non accade nulla di nuovo. 3 maggio : Lascio il paese quasi dispiaciuto, per averci trascorso giorni sereni. Veniamo tutti caricati, i camion risalgono le aspre strade del Montenegro, ci fermiamo a Budva e qui ci ritroviamo quasi tutta la compagnia. 4 maggio : Si rifanno diverse adunate per controllo di materiale. Ci rimettono a sotto aspra disciplina, è giorno festivo, per noi è giorno di duro lavoro. Chi sbaglia vien punito severamente e maltrattato anche a parole, a sera, 5 sono già stati messi in prigione. 5 maggio : Di mattinata partiamo per la montagna, ma non ancora giunti a destinazione, incomincia a piovere, pertanto si rientra in caserma. La sera si esce in libera uscita, ma completamente armati. 6 maggio : Giornata dedicata ai servizi vari. 7 maggio : Vien pagata la decade. Corre voce che ci verrà cambiato il comandante di compagnia, e se questo è vero, possiamo ritenerci fortunati, la vita trascorsa alle sue dipendenze, di circa 9 mesi, è meglio scordarla. 8 maggio : Il sospetto si è avverato, il comandante deve partire, l'accantonamento si trasforma in un teatro per schiamazzi e canti dalla contentezza, perchè ognuno di noi aveva avuto di continuo le punizioni, rimproveri e maltrattamenti. 9 maggio : Abbiamo il piacere di vederlo lasciare la compagnia dispiaciuto, dando la consegna al nuovo venuto. Rivolge a noi parole di elogio, che fino ad oggi non aveva mai usate. Ci dice di andarsene, con la coscienza a posto, cercando di coprire i suoi misfatti. 10 maggio : Servizio di rastrellamento ci serve come passeggiata e svago, necessario alla salute. 11 maggio : Servizio di caserma. Alle ore 10 veniamo portati a messa e mi astengo dalle considerazioni su come sta' in chiesa la gente di questi paesi. 12 maggio : Son ancora di capoposto all'accampamento. Giornata di pioggia, molto rigida, ma tant'è è la legge del menga e mi tocca abbozzare. 13 maggio : In mattinata solita passeggiata di rastrellamento. Fra i compagni, la sera, si considerano le conseguenze delle maleffatte del vecchio comandante di compagnia, il quale appropriandosi dei viveri, avendone lui prelevate razioni in più per se aveva causato a noi una riduzione delle razioni. Da oggi ci vengono trattenute le dette razioni e da qualche giorno e per diversi giorni ancora, una razione dovrà servire per due soldati. Il paese è privo di pane e noi siamo costretti a mangiare e accontentarci di quel poco che ci danno. 14 maggio : Facciamo festa. Giorno dedicato al 232° fanteria. Ci prepariamo per una visita del nuovo comandante della divisione generale. Verso le dieci arriva. A mezzogiorno andiamo tutti in libera uscita e con diversi compagni prendiamo 3 barche e raggiungiamo l'isola che trovasi proprio di rimpetto a Budva. Facciamo delle fotografie e passiamo delle ore in allegria. 15 maggio : Istruzioni solite. 16 maggio : Abbiamo la visita di sua maestà. Noi inquadrati a rendergli i prescritti onori. Ci vien pagata la terza decade. 17 maggio : Istruzioni di ordine chiuso. Ho la sorpresa di vedermi arrivare una lettera, da me spedita, il 25 dicembre 1940 a mia madre nella quale le chiedevo di farmi pervenire subito delle carte perchè essendo l'unico sostegno della famiglia, dopo la morte del mio padre adottivo, avevo maturato il diritto di essere collocato in congedo. Dopo 5 mesi, invece di ricevere risposte in merito, me la rimettono al mittente. 18 maggio : Mi passa la giornata bene- giorno festivo- verso sera monto di capoposto. Si parla della triste sorte toccata ad un soldato del nostro battaglione che da questa disgraziata gente è stato ucciso. 19 maggio : Da ieri piove a dirotto e fra la stagione cattiva, molto mi desta che da diversi giorni non ho notizie da casa; mi corre il giorno annoiato.

 

 

      

 

 

 

20 maggio: Sipagano dei borghesi che portano fuori della paglia e immondizia da una caserma a nostro carico perché trovasi in questa degli insetti. Abbiamo la visita del generale com. il corpo di armata. Istruzione di ordine chiuso e ginnastica. 22 maggio: Giorno festivo- ascensione- Sdraiato da mattina a sera: corre la giornata. 23 maggio: In giro di rastrellamento troviamo diversi cavalli del governo in mano di contadini, che si son appropriati mentre le truppe rientravano abbandonando tutto il materiale che avevano in consegna. 24 maggio: Corre la voce che la divisione probabilmente non oltre il 10 giugno verrà rimpatriata e dall'Italia ci verrà concessa una licenza di 15 giorni: al rientro di detta licenza proseguiremmo altra destinazione forse in Africa orientale. 25 maggio : Si mangia poco. La ridotta razione segue. In paese non si trova pane per nessuna moneta. Ogni sera ci adattiamo per la compagnia a rubare pane, piselli, e ciliegie per sfamarci un po'. Son 20 giorni circa ogni sera ci corichiamo mal contenti e brontolando dalla fame. 26 maggio : Forte scossa di terremoto. Nelle ore di libera uscita vien ferito un compagno da colpo di pistola al braccio destro. Questo ci richiama l'attenzione di tutti da non fidarsi di questa gente che d'apparenza fingono essere amici e al momento opportuno tradiscono. E' già il secondo ferito fra noi nella solita posizione (il Budva). 27 maggio : Servizio di guardia in caserma. 28 maggio : Rientra il 1° plotone che da circa un mese si trova in servizio alla villa reale: e vie sostituito dal 3. Una bomba italiana sul mare che trovasi presso Ancona di circa 4 quintali sganciatasi dalla catena. Le onde l'hanno ridotta a pochi metri da questo porto. 29 maggio : Sulla detta bomba si sparano parecchi centinaia di colpi per farla esplodere. Ma per il suo raggio di azione di 400 metri ci tiene lontani e non si riesce col fucile finché arrivano i marinai con la loro capacità, la carichiamo sopra un dragamine. 30 maggio : Partimmo una squadra alle ore 4 di mattina per rastrellamento in molta lontananza da cui. Troviamo posizione posizioni ben fortificate ma le armi non si trovano più e non si sa chi le ha catturate. 31 maggio : Bagno al mare- servizi vari. Verso sera vengono a bordo di questo porto dei feriti. Una seconda bomba a 3 Km da cui fa urto con una barca contenente 14 tonnellate di legname vien sfasciata e di 5 uomini che si trovavano sopra se ne salvano 2 ma gravemente feriti. Due mesi circa trascorsi discretamente maggio e giugno. In questo frattempo la popolazione M. Negrina, dimostrava per noi simpatia e rispetto ma di tanto in tanto si sentiva dire che la loro idea era rivolta altrove, cosa da noi mai considerata perché si ritenevano insufficienti di poterci affrontare. Viceversa all'inaspettata la mattina del 13 luglio, giorno festivo ed eravamo inquadrati per andare alla messa, un contrordine di armarsi e partire (in breve siamo pronti). A 10 km da questo paese una banda spara. Raggiunta la destinazione veniamo suddivisi per prendere le assegnate posizioni, mentre il nemico spara senza tregua. Nel percorso cade a morte il S. tenente Gambi e due feriti i quali non erano capaci a soccorrerli perché le dette posizioni erano dammorte e battute dalle loro armi automatiche. Intanto possiamo constatare che si trattava di una cosa seria- cioè che tutti uomini, donne e ragazzi si erano dati alla armi. La mia squadra dislocata molto dalle altre, ci appostiamo in cima di uno scoglio (posizione discreta) ma da tutte le parti si sentono frollare pallottole. E' sera siamo circondati da ogni parte, e ce la vediamo brutta- più volte si ricaccia il nemico con bombe a mano- ognuno di noi dice la sua ma sempre decisi a resistere fino all'ultima munizione che ci rimaneva. Non tardano i rinforzi e ci rallegriamo. Intanto altri due feriti e un prigioniero uno di questi viene accolto da una raffica di mitragliatrice a poco più di 100 metri da noi siamo costretti lasciarlo sul posto. Nella notte la battaglia infuria, ma cominciamo a essere protetti dai nostri mortai, artigli e marina che martellavano di continuo le loro postazioni. 14 luglio: E' l'alba, si spara sempre- dei nostri apparecchi intervengono (anch'essi bombardano), intanto l'avversario cessa di rispondere ai sordi colpi delle nostre bombe, e cannonate. Una compagnia di marina e milizia iniziano il rastrellamento: dove passano incendiano senza pietà tutte le case e l'avversario pochi colpi spara e verso mezzogiorno veniamo sprigionati, ma si tiene sempre la posizione. Abbiamo con noi una donna presa da ieri, la quale si ritiene che sia una spia. Andiamo in soccorso al ferito dopo venti ore; ha rotto le gambe in 3 posti e di urgenza si trasporta. E' sera- 48 ore che non si mangia più e si arde di sete. 15 luglio: Si aspettano ordini. Il nemico pochi ordini spara. A mezzogiorno rientriamo a budva e dal paese si sanno molte cose- cioè non è solo questo il settore che si ribella ma tutto il M. Negro e che da altre parti i nostri hanno resistito alle battaglie più aspre di noi. 16 luglio: Passo il giorno discreto; sono di capo posto al presidio. Ritrovo dei paesani e spero restare in loro compagnia qualche giorno. Qui a Budva si concentrano molte forze, fra le quali un battaglione C.C. Nera. 17 luglio: Ci credevamo essere alla fine invece riparto di vedetta a Milocer alla villa reale dove la mia compagnia ha subito delle perdite. 18 luglio: Mi viene assegnata una discreta posizione. Intanto da Budva si vede partire un'auto colonna d'artiglieria che va verso Cettigna, in una gola di montagna poco lontano da qui trovano resistenza; molte sono le perdite dei nostri e retrocedevano sconfitti. La detta posizione viene bombardata ripetutamente. 19 luglio: Il nemico ci si riavvicina e di tanto in tanto ci rimette all'attenzione con qualche attacco. 20 luglio: Soliti scherzi seguitano: nostri bombardamenti. Da tutte le parti si vedono incendi di case. 21 luglio: Abbiano buone notizie; dal 28\7 al 5\8, molti di questa gente si sono arresi. Si spera ormai finita ogni giorno qualche giro di rastrellamento e si riportano sempre dei prigionieri. Le frazioni poi i paesi sono quasi del tutto disabitati e bruciati. 5 agosto: Si parte per nuova destinazione; dopo 60 km fra queste montagne raggiungiamo Cetinje capitale del M. Negro dove ci fermiamo nei dintorni, ma si tratta di pochi giorni che poi si riparte per ignota destinazione. 6\7 agosto: Fermi qui mi passano i giorni molto malinconico. Rientrano gli altri battaglioni che hanno avuto molte perdite di uomini e mezzi. 8 agosto: E' l'alba piove dirotto, viene l'ordine di partire per Rieca e Vispazar-Liliana e qui ci accampiamo. 50 km di montagne, fra le quali si riscontrano in più posizioni veri disastri di guerra dove i nostri rimasero prigionieri; la strada ancora rossa di sangue. Poco lontano 2 cimiteri piantati da noi italiani dove riposano i corpi dei nostri fratelli. Un paese più avanti completamente distrutto poi viene Ricca che è alla medesima condizione; non si vede una persona, tutto è disabitato. 9 agosto: Si va di rastrellamento convinti di trovare delle resistenze ma nulla troviamo. 10 agosto: Solito giro. 11 agosto: Lunga marcia su questi scogli, si riportano diverse bestie per mangiare. 12 agosto: Non è da lamentare la lunga gita di ieri, oggi è stata doppia, 9 ore di cammino senza né bere né mangiare; di ritorno sfiniti dalla stanchezza non tutti assieme si riesce a rientrare all'accampamento. 13 agosto: Riposo. 14 agosto: Si circonda un paese per censimento di popolazione (diversi non risultano). Vengono prese 6 ragazze e portate al nostro comando per essere esaminate; riteniamo che queste siano complici della banda. 15 agosto:Giorno indimenticabile, 40 km a piedi con lo zaino e le armi sulle spalle, caldo insopportabile (da Libiana a Bar). Arriviamo sfiniti, si inizia a fare le tende ma non ancora sistemate, ordine di ripartire altri 5 km. In serata ci portano di vedetta al paese. 16 agosto: A mezzogiorno si rientra all'accampamento, la sera si riparte per Antiveri: non siamo stati al caso di giungere a destinazione e qualche km prima ci fermiamo e qui si passa la notte per poi proseguire il giorno 17. 17 agosto: Si riparte per raggiungere la cima di questa montagna di massima altezza dove ci appostiamo una squadra per restare qualche giorno. 18 agosto: Tutto credevamo finito perché da tempo non si sparava più ma questa mattina in lontananza da qui si sentono scariche di fucile, raffiche di mitragliatrice e fra compagni commentiamo con meraviglia la persistenza di questi disgraziati. gli inutili loro sforzi, che più minacciano e più se ne va a loro danno (le case, i paesi dove erano più presenti questi ribelli son tutte bruciate e demolite). Si nota che un battaglione di volontari albanesi li hanno dovuti fermare nei pressi di questo paese, perché a mano a mano che avanzavano distruggevano senza pietà le intere famiglie e tutti quelli che incontravano: questo è l'odio per dono di natura fra albanesi e montenegrini. 19 agosto: Come servizio non possiamo lamentarci ma su questo scoglio esiste un filo di erba e va a una pianta il calore del sole e di queste pietre infocate ci fanno sudare di giorno e di notte. Si apprende dalla radio fante che con la sparatoria di ieri sera son riusciti a catturare diversi armati che tentavano di scappare dalla mista dei nostri. 20 agosto: Di nuovo in marcia per rientrare all'accampamento...

.....così fino al 1945, l'anno in cui potè tornarsene a casa e nel 1946 si sposò con mia madre nella chiesa della Madonna della Misericordia.

 

 

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